My way
di Chris Heaven
Capitolo I
9 Marzo 2338 Grecia - Nuova Athene
"E' un maschio!" disse l'infermiera guardando Daniel Kosmos .
L'uomo sospirò ed entrò nella stanza dove la moglie, Karjia aveva appena dato alla luce il suo primo figlio maschio. Il bambino era sano, piccolino, ma in perfetta forma. Lo guardò, aveva folti capelli scuri e tipici tratti greci. "E' bello vero?" chiese Karija guardando il marito. Lui le sorrise "Si!"
Jorgos Theseus Kosmos crebbe in fretta, affrontando anche la separazione dei genitori e la scomparsa del padre. No, non era morto, era semplicemente scomparso. Sparito. Un giorno aveva deciso di lasciare la famiglia e non si era più fatto trovare.
Jog era un bambino vivace ma essenzialmente buono, non aveva mai creato grossi problemi seppure durante la scuola qualche marachella l'avesse fatta pure lui. In realtà odiava le imposizioni e voleva fare le cose a modo suo, odiava dover fare una cosa in modo diverso se era convinto che la sua idea fosse giusta.
"Voglio iscrivermi all'Accademia Della Flotta Stellare" disse alla madre quella sera del 2356.
La donna che cominciava ad avere fili grigi tra i capelli lo osservò attentamente.
"Sei sicuro?" gli chiese.
Jorgos annuì "Si...voglio diventare un Capitano di astronave..."
Karija sapeva che Jorgos amava le astronavi, lo aveva visto più volte avvicinarsi a navette e studiarle attentamente. Sapeva che non era per la divisa, non era per tutto quello che circondava la flotta stellare, era l'ignoto, viaggiare in mezzo alle stelle...questo lo attraeva.
"Guarda che non è più come ai suoi tempi..." lo canzonò la madre.
Sapeva che Jorgos aveva studiato le storie passate di molti Capitani della Flotta Stellare ma si era poi soffermato a studiarne uno in particolare. Tutto era partito studiando le storie di uno dei primi veri "avventurieri", Christopher Pike dell'astronave Enterprise. Pike era stato un ottimo Capitano, finito poi su una sedia a rotelle per colpa di radiazioni. Il suo successore era James T. Kirk. Jorgos aveva iniziato a leggere le storie di Kirk notando subito la differenza tra lui e Pike. Kirk era più avventuroso, più incline a piegare le regole a suo piacimento. Aveva riso notando le loro iniziali uguali JTK e si era chiesto se era stato il destino a segnarlo in qualche modo. La scomparsa di Kirk nel 2293 era stato una vera e propria beffa. Un uomo della sua statura non poteva morire in quel modo. Si diceva che Spock di Vulcano pensasse che Kirk fosse vivo da qualche parte e forse era vero.
Guardò sua madre "Lo so che non è più come ai suoi tempi...ma in fondo abbiamo le stesse iniziali no?"
La donna rise.
Jorgos si arruolò. Non fu facile per lui, perlomeno all'inizio. L'accademia era rigida e severa e lui trovava alcuni corsi inutili. Voleva subito pilotare una navetta o fare allenamento in palestra, ma purtroppo c'erano tanti corsi di studio completamente diversi da dover portare a termine.
Conobbe molta gente, molte razze diverse, andoriani, vulcaniani, tellariti e molte altre specie umanoidi.
Si fece molti amici, il compagno di stanza Richie Carrano, sbruffone e impertinente, ma con un cuore grosso come la Luna, e la bella vulcaniana T'Ren. La loro relazione fu difficile e piena di imprevisti e colpi di scena.
T'Ren era fredda come il ghiaccio con lui e lo giudicava "illogico e irresponsabile", ma in qualche modo sapeva che si compensavano.
Quando quel giorno nel giardino dell'Accademia iniziarono un discorso sul sesso, T'Ren disse che non era una cosa necessaria e che i Vulcaniani lo facevano solo nel periodo dell'accoppiamento anche se non era una cosa della quale amassero parlare. Kosmos le si avvicinò e le disse "Come puoi parlare come se conoscessi una cosa che non hai mai provato?E' illogico T'Ren.." le si avvicinò ulteriormente e le posò le labbra sulle sue baciandola prima con tenerezza e poi con passione. Lei lo guardò stringendo gli occhi "Jorgos potrei spezzarti la colonna vertebrale usando solo metà della mia forza di vulcaniana..."
Kosmos sorrise "Lo so...ma sai che ho ragione..."
"Tu...Tu..." balbettò lei.
"Oh...la fredda e logica vulcaniana sta balbettando, qualcosa ha infranto la tua logica?" sorrise malizioso.
Qualcosa in effetti aveva colpito la giovane scienziata e il resto del pomeriggio di libertà lo passarono nella stanza di lui a rotolarsi tra le lenzuola. Kosmos capì in quell'istante perchè i Vulcaniani dovevano essere più forti degli umani. Ne ricavò alcune contusioni e una lussazione alla spalla, ma anche un legame più profondo e qualcosa che lo toccò nel profondo della mente quando lei gli appoggiò le mani sul volto cercando di oltrepassare le barriere della sua mente sempre più in profondità.
Qualcosa esplose dentro di lui e fu una cosa che non dimenticò mai.
T'Ren trovò la cosa "interessante da un punto di vista scientifico e soddisfacente da un punto di vista personale", probabilmente il massimo complimento che poteva fare una vulcaniana.
Quando appena una settimana dopo T'Ren si trasferì all'Accademia delle Scienze di Vulcano, passò a salutarlo. Kosmos rimase a bocca aperta "Ma...io pensavo che potesse funzionare tra di noi..." le disse.
La vulcaniana alzò un sopraciglio "Se ti riferisci al nostro pomeriggio di otto giorni fa, è stato un piacevole esperimento scientifico e da un punto di vista personale hai arricchito il mio bagaglio di esperienze..."
"T'Ren..." mormorò lui stringendola a se.
Per un attimo vide il volto di lei perdere quella maschera di freddezza vulcaniana per poi riprendersi subito "Spero di rivederti Jorgos....lunga vita e prosperità!" concluse con il saluto tipico vulcaniano con le dita della mano a V. Kosmos sospirò "Pace e lunga vita a te T'Ren...mi mancherai..." . Quando chiuse la porta gli sembrò che il mondo crollasse. Sentiva di amare quella donna, ma sapeva che non era possibile che il loro rapporto durasse e Richie gliel'aveva detto.
"Ti avevo avvertito fesso!!!" gli disse Richie quella sera davanti a due bicchieri di Brandy Sauriano.
"Ma io l'amo..." biascicò Jorgos evidentemente ubriaco
"Ma è un pezzo di ghiaccio di Sestus IV..." rispose Richie ancora più ubriaco.
Kosmos si alzò in piedi vicino al divano della loro stanza "La ritroverò...."iniziò a declamare "...io diventerò il Capitano Jorgos T. Kosmos e andrò a prenderla con la mia astronave su Vulcano e poi andremo per lo spazio inesplorato...fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima..." detto questo cadde a terra e dormì fino al mattino seguente quando si svegliò con un mal di testa incredibile.
Non ebbe più notizie di T'Ren
Nel 2361 uscì dall'Accademia con il grado di guardiamarina e venne imbarcato su alcune navi da carico come sopraintendente. Ottenne il suo scopo due anni dopo, quando venne a sapere di uno scambio di ufficiali tra navi federali e navi klingon.
Capitolo II
Aveva appena vinto una gara di Anbo-Jytsu proprio contro un klingon ed era stato promosso Sottotenente. Credeva di poter affrontare la situazione su una nave di quel tipo. Si propose come candidato lasciando perplessi molti ufficiali di grado superiore. Il Commodoro Raselich lo convocò nel suo ufficio.
"Sottotenente Kosmos ne è proprio sicuro?" gli chiese con voce baritonale.
"Certo Signore" fu la risposta concisa di Kosmos.
Raselich guardò il suo stato di servizio "Lei sa difendersi bene...ma so anche che non ama le imposizioni...su una nave klingon questo potrebbe costarle la pelle..."
"Me ne rendo conto Commodoro, farò molta attenzione".
Il Commodoro allargò le braccia "Io non posso fare nulla per trattenerla Kosmos e lei è uno dei pochi volontari...e forse l'unico che può uscirne vivo...buona fortuna!".
Otto mesi. Otto mesi all'inferno. I Klingon si prendevano gioco del piccolo e debole umano e lo trattavano peggio che come avrebbero trattato una femmina della loro specie.
Jorgos non aveva nemmeno diritto alla parola in plancia. Poteva eseguire dei compiti, usare i sensori e altre consolle, ma non doveva interferire con quanto accadeva tra gli ufficiali. I klingon parlavano nella loro lingua e molte volte lo insultavano convinti che non li capisse. Lui capiva quasi tutto, ma preferiva non rispondere, in fondo era un ospite e sapeva che gli otto mesi sulla nave klingon lo avrebbero fatto maturare come ufficiale.
Ma qualcosa cambiò nel suo rapporto con i guerrieri della nave klingon. Quel giorno Jorgos era in plancia alla consolle dei sensori quando sentì un paio di klingon ridacchiare. Si voltò verso di loro e capì che stavano pensando di sparare su qualcosa. Poi il suo sguardo si posò sulla consolle tattica...un asteroide.
Dimensioni stimate due chilometri di raggio. Era abbastanza grosso da costituire un buon allenamento per i disgregatori della nave.
Per precauzione lo analizzò, il computer gli fornì tutti i dati sulla composizione dell'ammasso roccioso e qualcosa balzò ai suoi occhi.
In quell'istante il Comandante Kolar stava per dare il segnale di fuoco all'addetto ai disgregatori.
Kosmos si avvicinò "Signore..."
Il Klingon lo guardò con disgusto "Non ora!" rispose in standard.
Ma Jorgos sapeva che non poteva rimandare "Signore è importante!"
Kolar si alzò in piedi "FUORI DALLA MIA PLANCIA UMANO!" urlò.
Kosmos cercò di porgergli un padd con i risultati dell'analisi ma il klingon colpì il suo braccio con la mano facendo volare il padd per tutta la plancia "PetaQ!" lo insultò "Preparatevi a far fuoco!" ordinò.
Krakor alla consolle tattica annuì e in quell'istante Kosmos capì cosa doveva fare.
Si lanciò di corsa verso l'ufficiale tattico, saltò e lo colpì in pieno facendolo finire contro una paratia.
Kolar grugnì "ORA BASTA!!!" urlò, ma Krakor aveva sfoderato un pugnale e la situazione per Kosmos stava diventando difficile. Quella non era una gara, non c'erano regole precise e il klingon voleva sventrarlo.
La lotta era impari, ovviamente il klingon era dotato di una forza superiore alla sua ed era armato.
Jorgos doveva bilanciare la lotta. Si ricordò i fondamenti della lotta vulcaniana che gli aveva insegnato T'rel, l'Asumi. Krakor attaccò, Kosmos lo prevenne e lo proiettò sopra la propria spalla, scagliandolo a terra grazie alla sua stessa inerzia. Ma Krakor usò quella stessa inerzia e una sforbiciata per far cadere l'umano in ginocchio. Kosmos sferrò un colpo con il gomito...in un combattimento con un umano gli avrebbe frantumato le costole, ma il klingon incassò il colpo con una smorfia e afferrò Kosmos per il petto serrandolo in una stretta mortale. In qualche modo Kosmos se ne liberò, si voltò e scagliò un calcio alto. Krakor finì a terra.
"BASTA!!!!" urlò Kosmos verso Kolar "SE VUOI UCCIDERMI FALLO MA ASCOLTAMI!!!".
Il Comandante Klingon alzò una mano e fermò anche Krakor che stava per attaccare nuovamente.
"Dimmi umano...prima che ti uccida!".
Kosmos cercò di respirare anche se i polmoni dopo la stretta di Krakor gli facevano male.
"Quell'asteroide è composto al 70% di Bangorite..."
Il Klingon parve non capire
"La Bangorite è un materiale sensibile alle sollecitazioni energetiche. Se gli sparate addosso con i disgretatori, esploderà portando via noi e almeno un paio di pianeti in zona..."
Il Comandante rise "Non ho mai sentito parlare della Bangorite e non è nella nostra banca dati..."
Kosmos si fregò la spalla che gli faceva male forse più dei polmoni "E' stato scoperto da scienziati vulcaniani alcuni mesi fa...se non mi credete prelevatene un campione e distruggete quello..."
Kolar lo guardò con diffidenza.
"Posso darvi una dimostrazione?" chiese l'umano rivolto al grosso klingon che annuì dubbioso.
Kosmos si avvicinò alla consolle tattica e individuò un frammento dell'asteroide grande appena qualche decina di centimetri. Puntò i disgregatori e fece fuoco. L'esplosione fece sobbalzare la plancia.
Kolar finì seduto sulla poltrona di comando poi si voltò verso Kosmos imprecando in klingon.
Jorgos annuì "Quello era grosso una ventina di centimetri...provi ad immaginare l'effetto sull'asteroide grande oltre due chilometri...".
Il klingon si voltò verso lo schermo e osservò l'asteroide, poi si alzò e si avvicinò a Kosmos che pensò di essere morto.
Gli posò una mano sulla spalla "Hai salvato me e l'intero equipaggio..umano..." gli disse "e noi ti saremo riconoscenti, da oggi sarai uno di noi..."
E in effetti da quel giorno lo trattarono decisamente meglio. Ci furono ancora alcune litigate e Kolar voleva ancora sventrarlo, ma gli altri membri dell'equipaggio lo trattarono come uno di loro. Lo addestrarono all'uso del Bat'leth e gli fecero mangiare il Wistan Gagh, un gagh immerso nel sangue di tagh. Lo spinsero anche nella cabina di S'athor una delle guerriere klingon a bordo della nave. S'athor era una bella donna per lo standard klingon, ma avrebbe impaurito qualsiasi umano per il suo aspetto minaccioso.
Se Jorgos pensava che finire a letto con una vulcaniana fosse difficile da sopportare per un umano, si rese conto che con una klingon era quasi peggio. Passò il giorno successivo in infermeria a farsi medicare i tagli, i graffi e i morsi dal vecchio dottore klingon che ridacchiava. Questo fece guadagnare altri punti davanti agli altri guerrieri sulla nave. S'athor raccontò ogni dettaglio della loro notte amorosa e decantò le capacità amatorie dell'umano. Kosmos dal canto suo era imbarazzato e sperava di non dover ripetere un'altra esperienza del genere...e anche le sue ossa lo speravano. Gli otto mesi terminarono e la nave klingon lo riportò alla base stellare federale più vicino.
Lo salutarono come avrebbero salutato un altro klingon e Kolar gli regalò un bat'leth. S'athor lo baciò sbattendolo contro un muro facendo scoppiare in grasse risate tutto l'equipaggio.
Capitolo III
Quando il Commodoro Raselich vide Jorgos Kosmos entrare nel suo ufficio per poco non lo riconobbe.
La barba e i capelli di Kosmos erano molto lunghi, sicuramente molto al di fuori del regolamento della federazione. Indossava un vistoso orecchino e il suo sguardo non era più quello del giovane sottotenente.
"Tenente Kosmos...è un piacere rivederla..." gli disse stringendogli la mano.
Kosmos annuì "Grazie signore..anche per me è un piacere rivederla..."
Si misero a sedere e Raselich guardò un padd con il rapporto sugli otto mesi di Kosmos sulla nave klingon.
"Jorgos sono soddisfatto di lei...pienamente..." sorrise Raselich "il suo rapporto è dettagliato ed esauriente, il rapporto del Comandante Kolar è incredibile, la dipinge come un guerriero che non è mai venuto meno al suo onore e che ha salvato la vita alla sua nave. C'è anche una pittoresca nota a margine di una certa S'athor, ma provvederò a cancellarla, le farebbe un' ottima pubblicità tra le donne della Flotta Stellare, ma dubito che l'ammiragliato sarebbe contento di leggerla..."
Kosmos sospirò e sorrise "Credo di sapere di cosa sta parlando Commodoro..."
Il Commodoro cercò di non ridere "Jorgos si prenda qualche settimana di riposo e poi le darò un nuovo incarico...nel frattempo sono lieto di comunicarle la sua promozione al grado di Tenente!"
Kosmos si alzò sull'attenti "La ringrazio Commodoro!". Si strinsero la mano.
"Ah...Jorgos..." mormorò Raselich "mi pare il caso di tagliare quei capelli e quella barba non crede?Non è più su una nave klingon..."
Kosmos annuì "Ha ragione signore..."
Due settimane passarono in fretta, Jorgos cercò di riposarsi andando a trovare sua madre sulla Terra. Il fisico era rinvigorito ma aveva difficoltà a dormire e non riusciva ad abituarsi nuovamente alle tradizioni umane.
"Ti senti bene?" gli chiese sua madre.
"Si mamma..sto bene..." ripose Jorgos mangiando il pranzo che sua madre gli aveva cucinato "in vecchio stile" senza l'aiuto dei replicatori.
"Non mi sembra proprio, hai l'aria stanca e ti vedo gironzolare per casa di notte..." rispose la donna.
"Mamma...che fai mi spii???" scherzò il greco.
La madre gli dette un bacio sulla fronte "No, mi preoccupo per te..."
"Non preoccuparti, ben presto avrò un incarico nuovo e sarà sicuramente più leggero..."
"Guardia del corpo ad un ambasciatore?????" Jorgos si rese conto che stava alzando troppo il tono della voce ma Raselich non glielo fece notare.
"Si Tenente Kosmos, lei sarà il capo del servizio di sicurezza dell'Ambasciatore vulcaniano Kopak a bordo della USS Valserad" gli porse il padd con tutti i dati.
Kosmos lesse le prime righe "Signore, posso parlare liberamente?" chiese.
Il Commodoro annuì "Non mi pare che lei abbia problemi a farlo normalmente Jorgos...dica..."
"Io ho studiato per diventare Capitano di una nave stellare, ho studiato nella sezione comando e dopo aver passato otto mesi in mezzo ai klingon, ora mi ritrovo a far da balia ad un ambasciatore di Vulcano in una sezione non mia...quella della sicurezza....vorrei sapere perchè..."
Raselich congiunse le dita "Jorgos, perchè lei è bravo"
"Signore?"
"Lei è bravo in quello che fa...se è riuscito a tenere a bada per otto mesi quei guerrieri klingon e si è conquistato la loro fiducia, non avrà problemi a difendere un vulcaniano e a farselo amico..."
Una smorfia apparve sul volto di Kosmos "...o ha qualche problema con i vulcaniani Tenente???" concluse il Commodoro.
La mente di Kosmos volò per un attimo verso T'rel "No...nessun problema Signore..."
"Bene! Si presenti al Capitano della Valserad domani mattina alle nove...è tutto Tenente Kosmos".
Capitolo IV
In realtà l'Ambasciatore Kopak era un vulcaniano veramente anomalo.
In apparenza era freddo e distaccato come tutti i membri della sua razza, ma aveva una curiosità incredibile verso il comportamento umano.
"Tenente Kosmos...posso farle una domanda?" chiese un giorno mentre gironzolavano per la nave.
"Prego Ambasciatore..." rispose Jorgos incuriosito.
Il vulcaniano si fermò e lo guardò "Perchè voi umani e lei in special modo, ...non mi sovviene il termine...ah si...flirtate continuamente con tutte le donne della nave?"
Kosmos non era tipo da arrossire o da imbarazzarsi, ma quella volta probabilmente arrossì.
"Ehm...io non flirto con tutte le donne della nave...Ambasciatore" rispose cercando un modo per sviare quella domanda.
"Come no?Solo negli ultimi due giorni l'ho vista farlo con il Tenente McGyver, con il Guardiamarina Sellers, con il Sottotenente Sarejo, con l'ancella dell'Ambasciatrice di Helan..."
Kosmos alzò le mani "Mi arrendo Ambasciatore...mi arrendo...ammetto di trovare...interessante la compagnia femminile..." rispose ammiccando sornione.
Il vulcaniano alzò un sopraciglio "Interessante?Ma perchè non trovare una compagna e dedicarsi a quella da subito?"
Jorgos capì che doveva trovare qualcosa di abbastanza logico per poter interrompere quella strana discussione.
"Ehm...allora diciamo ambasciatore...mmm...le faccio un esempio. Lei entra in un negozio di un pianeta di Classe M ma abbastanza arretrato culturalmente e non ancora dotato di replicatori...diciamo che fanno abiti e scarpe a mano...d'accordo?"
L'ambasciatore annuì incuriosito.
"Bene..." continuò l'umano "Lei deve comprare un paio di scarpe...ma non avendo il replicatore e non sapendo come sono le unità di misura di quel pianeta, deve provarne diverse prima di trovare la misura giusta...ecco la stessa cosa vale per me e le donne..."
Il Vulcaniano ammutolì per qualche istante mantenendo il sopraciglio alzato.
"Credo di aver capito la logica del suo esempio Tenente, anche se ovviamente non violerei mai la Prima Direttiva facendomi vedere e quindi comprando delle scarpe su un pianeta non ancora abbastanza avanzato culturalmente e inoltre credo di poter calcolare ad occhio le scarpe adatte a me, con uno scarto dello 0,003%"
Kosmos lo fissò poi alzò gli occhi al cielo "Ma io non sono vulcaniano..." rispose
Kopak annuì "Si, credo comunque di aver capito il suo esempio Tenente, la ringrazio e continui pure a misurare quante scarpe vuole..."
Passò tre anni su quella nave. Il suo rapporto con l'ambasciatore di Vulcano fu sempre ottimo. Lo accompagnò in ogni missione diplomatica e per fortuna nessuno aveva interesse ad eliminarlo.
"Domani saremo su Vulcano per una cerimonia Tenente Kosmos..." annunciò quel giorno.
"Lo so signore...non credo ci sia bisogno di un'intera squadra di sicurezza...credo che un paio di guardie siano in grado..." ma Kopak lo interruppe "Credo che basti lei Kosmos..."
Jorgos sospirò "Si signore...lo credo anch'io..."
L'ambasciatore intuì che qualcosa non andava "Cosa c'è che non va Tenente?" chiese studiando le sue reazioni.
"Nulla Ambasciatore, la accompagnerò senza nessun problema".
Come tutti i vulcaniani, Kopak non amava indagare oltre in affari personali, ma aveva capito che qualcosa non andava e Kosmos era riluttante a scendere su Vulcano.
La festa non era esattamente come si aspettava Kosmos. Immaginava ci fossero solo Vulcaniani e quindi una cerimonia silenziosa, ma invece c'erano diversi ospiti della Federazione, umani, tellariti e qualche andoriano.
"Tenente Kosmos..."lo chiamò la voce dell'Ambasciatore Kopak facendolo riemergere dai suoi pensieri.
Si avvicinò a Kopak e vide che stava parlando con un uomo che era una leggenda vivente.
"Le posso presentare l'Ambasciatore Sarek?" lo introdusse Kopak.
Kosmos era quasi senza parole "E' un vero piacere Ambasciatore..." riuscì a dire.
Sarek annuì con un cenno della testa "Il mio amico Kopak mi ha parlato molto bene di lei Tenente Kosmos..."
Kosmos guardò Sarek. Era molto più anziano di quanto si aspettasse e sapeva che era stato colpito dalla sindrome di Bendii e quindi stava perdendo il controllo delle sue facoltà. Per questo aveva un assistente a poca distanza da lui. Sarek aveva 202 anni e anche se i vulcaniani vivevano più a lungo, la malattia stava minando anche il suo fisico. In quell'istante si aggiunse un altro vulcaniano.
"Oh...T'Naang" per un attimo Kosmos vide quasi un sorriso sul volto di Sarek all'arrivo dell'amico.
Gli altri vulcaniani fecero finta di non aver notato l'accenno di emozione dell'anziano ambasciatore.
Kopak presentò il nuovo arrivato a Kosmos "Tenente, le presento T'Naang dell'Accademia delle Scienze di Vulcano"
Sarek guardò l'amico "Ti credevo su un avamposto per studiare l'effetto Murasaki amico mio..."
T'Naang annuì "Si Sarek devo partire domani...il mio lavoro mi porterà lontano da casa per molto..." si fermò per osservare che un ragazzino vulcaniano approssimativamente di 12 anni si stava avvicinando.
Kosmos notò come anche da molto giovani i vulcaniani mantenevano intatta quell'eleganza tipica della razza.
"Signori, questo è mio figlio Sivaak..." lo presentò.
Sarek e Kopak lo salutarono con un cenno del capo mentre Kosmos gli si avvicinò "Piacere di conoscerti Sivaak...ma non ti stai annoiando a questa cerimonia?" chiese scherzando. L'adolescente alzò un sopraciglio nel modo tipico della sua razza "Sarebbe illogico...ho molto da apprendere dalle persone presenti a questa cerimonia..." ripose freddo come un iceberg "Touchè!" incassò il colpo Kosmos....poi la vide.
Lei vide lui e si avvicinò al gruppo. Kosmos si rese conto in quell'istante di non poter fuggire in nessun modo.
"Ambasciatore Sarek, Ambasciatore Kopak, Dottor T'Naang....Sivaak" salutò tutti, poi si rivolse a Kosmos.
"Jorgos...è un piacere rivederla...Tenente...".
"T'Ren..." riuscì a mormorare Kosmos.
La giovane vulcaniana era ancora più bella di come Jorgos riusciva a ricordarla, i lunghi capelli neri erano sciolti sulla tunica vulcaniana.
"Lei conosce mia nipote T'Ren...Tenente Kosmos?" chiese Kopak incuriosito.
"Ni...nipote?" balbettò Kosmos.
"Si, è mia nipote, anche se è difficile spiegare come sono composte le famiglie vulcaniane..." rispose Kopak.
Kosmos era probabilmente sbiancato "Ah....beh..." mormorava frasi senza senso, doveva riprendere il controllo.
"Come ti trovi all'Accademia delle scienze di Vulcano?" chiese alla ragazza.
Lei lo guardò dritto negli occhi "Bene Jorgos, ma in questo periodo sono stata molto impegnata per..." si interruppe guardando Kopak e intuendo che Kosmos non sapeva nulla.
Kopak dal suo canto percepì qualcosa anche se non sapeva bene cosa "Il matrimonio...è vero Jorgos non glielo avevo detto ma questa cerimonia è quello che voi sulla Terra chiameresti l'addio al nubilato per T'Ren...domani si sposerà con Serak, il suo promesso"
Una pugnalata, dritta al cuore, questa fu l'esatta sensazione che provò Kosmos.
T'Ren si stava per sposare con un altro, con un vulcaniano e quello che era successo tra loro non importava nulla quindi.
La giovane vulcaniana lo guardò nuovamente poi si voltò verso gli Ambasciatori e il Dottore "Vogliate scusarci, vorrei trascorrere qualche istante con il Tenente Kosmos, eravamo compagni in Accademia...".
Sarek, Kopak e T'Naang annuirono dando il loro silenzioso permesso.
Si allontanarono verso lo splendido terrazzo, T'Ren non disse nulla fino a quando non furono all'aperto.
"Sono veramente dispiaciuta Jorgos..." disse con voce sincera.
"Di cosa?" rispose lui con gli occhi pieni di ira "Di avermi lasciato da un giorno all'altro?Di non avermi più fatto avere tue notizie?Oppure di sposarti con un promesso che conoscendo le tradizioni vulcaniane hai come minimo conosciuto verso i nove anni?"
"Sette..." lo corresse lei aumentando ancora la rabbia negli occhi di Kosmos.
La vulcaniana sospirò in un modo molto umano "Jorgos...è difficile da spiegare...quello che è successo tra di noi..."
"E' stato un esperimento scientifico lo so..." la interrupe lui.
"STAMMI A SENTIRE!" alzò il tono della voce lei. Kosmos credeva che i vulcaniani non perdessero mai il controllo.
Poi la donna abbassò la voce "Non è stato un esperimento...avrei voluto che lo fosse, ma mi sono resa conto subito che fondere la mia mente con la tua è stato...affascinante. Non avrei dovuto farlo e quando ho capito il mio errore sono andata via dall'Accademia. Io sono stata promessa a Serak da molti anni e non potevo fare diversamente..."
"C'è sempre una scelta..." le disse lui avvicinandosi. Sentiva che qualcosa ancora la legava a lui ed era disposto a lottare per riprendersela.
"No Jorgos...non posso, disonorerei la mia famiglia e anche Serak, farei del male a troppa gente e le esigenze dei molti contano più di quelle dei pochi...o di uno solo..."
Quell'ammissione fece capire a Jorgos che anche lei sentiva ancora qualcosa.
"E Serak sa?" le chiese.
"Si...lo sa...quando le nostre menti si sono fuse ha saputo tutto..." rispose T'Ren.
Kosmos era a disagio "E non ha reagito in nessun modo?Beh..i vulcaniani non si arrabbiano ma..."
T'Ren gli posò un dito sulle labbra per zittirlo "No, non ha detto nulla e ha compreso. Sa che qualcosa mi legherà per sempre a te, ma sa che sposerò lui perchè così deve esser fatto".
"Io non verrò alla tua cerimonia T'Ren, perdonami..ma non ce la faccio..." le disse osservandola forse per l'ultima volta.
"Ti capisco Jorgos..." rispose lei che aveva ormai perso la tipica maschera fredda dei vulcaniani.
Rientrarono nella stanza principale e Kosmos notò che Sarek era andato via e anche il Dottore con il silenzioso figlio adolescente. Kopak stava parlando con un giovane vulcaniano. Kosmos e T'Ren si avvicinarono e Kosmos capì subito di chi si trattava.
"Serak ti presento il Tenente Kosmos, la mia guardia personale..." disse Kopak
Kosmos osservò il vulcaniano. Era alto e ben piazzato ma desiderò per alcuni istanti di potergli piazzare un pugno ben assestato in mezzo agli occhi.
T'Ren percepì le emozioni di Kosmos e si avvicinò al futuro sposo porgendogli indice e medio della sua mano. Serak appoggiò le stesse dita su quelle di T'Ren. Era un gesto tipico fra le coppie di Vulcano.
"T'Ren, mi ha fatto piacere rivederti...ora se volete scusarmi..." Kosmos guardò Kopak sperando che non lo fermasse. T'Ren annuì e Serak lo guardò con un'aria quasi di disprezzo prima di sussurrargli una parola.
La cerimonia a detta di Kopak fu "soddisfacente", il massimo quindi per un vulcaniano.
Raccontò i dettagli a Kosmos che ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Jorgos alla fine del raccontò posò la tazza di caffè d'orzo che stava bevendo e cercò di ricordare esattamente prima di parlare "Ambasciatore, cosa vuol dire mmm....'su-lak'...o qualcosa di simile...?"
Kopak alzò il sopraciglio "Soo-lak, è un termine vulcaniano che è traducibile con 'terzo incomodo'...ma perchè me lo chiede Tenente?".
"Non importa Ambasciatore...non importa..."
Capitolo V
Nel 2367 scoppiò la guerra con i Borg, molte navi federali andavano incontro alla morte certa.
La USS Valserad era in stato di ristrutturazione e Kopak tornò su Vulcano. Kosmos poteva stare in disparte.
Aveva diritto a riposarsi e con l'appoggio di Kopak avrebbe potuto trasferirsi su Vulcano come sua guardia personale e ufficiale di collegamento tra Vulcano e la Terra, ma Kosmos rifiutò e chiese di essere assegnato ad una nave in servizio attivo contro i Borg. Salì a bordo della USS Lakin del Capitano Jamak'had e si diressero subito ad affrontare quella nuova minaccia. Sapeva che molte navi stavano soccombendo sotto le forze di quei mezzi cyborg e che avevano catturato il Capitano Jean-Luc Picard dell'astronave Enterprise.
Quello che non si aspettava fu quello che vide durante la battaglia di Wolf 359. Un vero e proprio massacro.
Astronavi di ogni classe che attaccavano i cubi borg con phaser e siluri fotonici e veri e propri prototipi che cercavano di fare la differenza. Sembravano inarrestabili, impossibili da sconfiggere.
"Scudi al 65% signore!!!" urlò il guardiamarina Mohaney. Il Capitano Jamak'had non perdeva il controllo
"Manovra evasiva...fuoco con i siluri di poppa..."
Ma le armi erano inutili. La nave tremò "Scudi al 40% in discesa signore..." urlò nuovamente Mohaney riuscendo a farsi sentire sopra il frastuono delle sirene d'allarme.
"Capo Relley...non può dare maggiore energia agli scudi?" chiese al capo ingegnere.
"No signore, e non reggeremo molti colpi...." fu la risposta del basso e scuro ingegnere che Kosmos aveva imparato ad apprezzare in quei mesi a bordo della Lakin.
"Tutto il personale non essenziale abbandoni la plancia..." ordinò, poi si voltò verso Kosmos
"Tenente Kosmos le affido il comando della sezione a disco, porti via il mio equipaggio da qui..." disse appoggiando una mano sulla spalla di Kosmos.
"Signore le chiedo di rimanere al mio posto...avrò bisogno di un tattico..." replicò Jorgos ben sapendo che Jamak'had stava rischiando la vita.
"Tenente le ho dato un ordine..lo esegua!" rispose secco prima di guardalo sorridendo "Porti in salvo questa gente Jorgos...".
Kosmos ubbidì all'ordine e la sezione a disco si staccò dalla sezione motori della Lakin.
Jorgos si trovava seduto sulla poltrona di comando e doveva sfuggire ai borg.
"Guardiamarina Sayanka, ci porti via da qui, massima velocità..."
La giovane orientale voleva protestare, ma sapeva che la decisione era stata presa e impostò la rotta.
Il cubo borg era molto vicino e Jorgos vide sullo schermo l'altra metà della Lakin sparare con tutto quello che aveva a disposizione. Poi vide una luce abbagliante e capì che la sezione a disco era l'unica parte rimasta della Lakin.
La Flotta Stellare gli fu riconoscente, aveva salvato l'equipaggio della Lakin, ma Jorgos si sentiva un codardo. Avrebbe voluto essere al fianco del suo capitano ad affrontare la morte.
Fu un periodo difficile e nonostante la promozione a Tenente Comandante, rimase per molto tempo dietro ad una scrivania. La battaglia di Wolf 359 aveva distrutto molte delle navi della Federazione e sembrava non ci fosse un imbarco adatto a lui.
La nuova USS Lakin fu varata, il nuovo Capitano era l'andoriano Calem.
Kosmos supervisionò i lavori della Lakin e vide che era esattamente come prima, ma non era più la stessa nave. Un capitano diverso, molti degli ufficali superiori diversi....non era più la stessa nave.
Non si sentiva più parte di quell'insieme...non era più la sua nave.
Il Commodoro, anzi l'ormai Ammiraglio Raselich alzò lo sguardo dai padd e sorrise a Kosmos.
"Jorgos...mi fa piacere rivederla" gli strinse la mano con forza. "Vuole qualcosa da bere?" chiese con gentilezza.
Kosmos annuì "Si, un caffè d'orzo caldo, grazie...".
Il replicatore in pochi istanti elaborò la sua richiesta e l'ammiraglio gli porse la tazza.
"Cosa c'è che non va nella Lakin?" gli chiese senza mezzi termini.
Kosmos sorseggiò il suo caffè e posò la tazza sulla scrivania.
"Non lo so Ammiraglio, troppi ricordi, troppi rimorsi..."
"Jorgos, lei ha fatto la cosa giusta..." lo rimproverò.
"Credo di si...ma non mi sento più a mio agio su quella nave, mi trovi un qualsiasi incarico..la prego..."
L'ammiraglio tornò a sedersi e osservò i padd "Kosmos...ci sarebbe un incarico, ma è molto duro...anche per lei che è stato su una nave klingon per otto mesi..."
A quel punto aveva incuriosito Kosmos "Di cosa si tratta Ammiraglio?" chiese sporgendosi in avanti.
L'ammiraglio sospirò poi lo guardò dritto negli occhi "C'è un traffico di armi tra la Federazione e i Klingon....siamo sicuri che qualcuno nella Flotta Stellare riesca in qualche modo a trafugare armi che fornisce ai klingon..ma non sappiamo chi. Il fatto è che l'organizzazione di questo traffico parte dal carcere di Rura Penthe...."
"Rura Penthe???" esclamò Kosmos.
L'ammiraglio annuì "Si, il carcere klingon...è un posto molto duro...noi potremmo introdurre un nostro infiltrato per un po' e vedere cosa accade...ma è molto pericoloso...".
Jorgos finì i suo orzo, poi congiunse le dita come facevano i vulcaniani, forse una posizione che aveva adottato dalla sua convivenza con l'ambasciatore Kopak.
"Accetto Ammiraglio..."
Raselich strabuzzò gli occhi "Ne è sicuro Jorgos???Lei è stato otto mesi su una nave klingon, ha affrontato i borg...ora vuole andare su Rura Penthe...è sicuro di non volere un incarico più...diciamo ...delicato?".
Kosmos scosse la testa "No...credo che vada bene questo incarico Ammiraglio...".
Capitolo VI
Probabilmente in quell'istante Kosmos era in preda ad un virus alieno o a strane spore, perchè nessun essere vivente con un briciolo di cervello avrebbe accettato di passare nemmeno un solo giorno in quel posto.
Dopo esser stato trasportato nel gelo del pianeta da klingon piuttosto infuriati era stato sbattuto nel sottosuolo. Il carcere vero e proprio era un'insieme di gallerie e il gelo soprastante era il deterrente alla fuga.
I peggiori criminali di ogni razza erano rinchiusi lì, romulani, pirati di Orione, nausicaani, ferengi, un esempio della crema dei ladri, assassini e truffatori di quel quadrante.
Jorgos era stato otto mesi con i klingon e sapeva come muoversi, ma sperava di non dover affrontare un nausicaano o a dire il vero nessun altro.
"Togliti dai piedi schifoso umano!" gli grugnì il klingon con l'enorme cicatrice sul volto che impauriva metà dei detenuti. Si chiamava Th'rag ed era piuttosto grosso e anche se non più giovane sapeva sicuramente come ammazzare un uomo in almeno cento modi diversi.
Kosmos si spostò e il klingon ridacchiò "AH AH AH...tipico di voi umani, viscidi e paurosi..." sputò in direzione di Jorgos che decise di non accettare la provocazione. Ma un ferengi si fece avanti "Il mio amico non ha paura di nessuno!!!" urlò saltellando davanti al klingon.
"Levati dai piedi nano!" rispose il guerriero muovendo una mano, ma il ferengi non voleva desistere "Il mio amico umano potrebbe ucciderti Th'rag...sei tu ad aver paura".
Kosmos sbiancò, che intenzioni aveva quel ferengi...e perchè si professava suo amico?
Il klingon grugnì e lo indicò con un dito "Va bene umano...fatti avanti, fammi vedere quanto vali!!!". Il ferengi sorrise mentre la gente si ammucchiò a cerchio attorno a loro.
"Signori, si accettano scommesse, chi scommette sul vecchio klingon..." poi si interruppe vedendo lo sguardo del guerriero "pardon, dell'esperto guerriero klingon Th'rag? E chi scommette sul giovane umano??"
"Bastardo!!!" gli urlò contro Kosmos "Se sopravviverò a questo scontro, tu sarai il prossimo a crepare..." gli sussurrò in un orecchio. Il ferengi indietreggiò e continuò a raccogliere scommesse mentre Th'rag avanzava verso Kosmos grugnendo.
Attaccò a testa bassa e Kosmos riuscì a malapena a saltarlo appoggiandosi sulla sua schiena per poi atterrare e rialzarsi con un colpo di reni.
" Hab SoSII' Quch!" lo insultò il klingon.
"Qovpatlh!!!"rispose all'insulto Kosmos.
Il guerriero si bloccò per un istante chiedendosi come mai l'umano avesse una tale padronanza della sua lingua, poi attaccò nuovamente brandendo un pezzo di roccia.
Jorgos riuscì a bloccare il braccio del klingon con entrambe le mani, poi riuscì a proiettarlo a terra, ma non prima di ricevere un pugno nello stomaco. Indietreggiò per prender fiato. Il ferengi continuava ad alzare la posta in gioco e questo faceva infuriare ancora di più il klingon. Vide alcune guardie ai lati del cerchio di persone, ma nessuna aveva intenzione di intervenire.
Th'rag attaccò nuovamente e questa volta il colpò andò a segno, la roccia aguzza tagliò la camicia di Jorgos e la pelle sottostante all'altezza della scapola. Il sangue colò a terra e Jorgos si portò la mano al petto cercando di calcorare l'entità del danno. Th'rag rise "Sei morto umano...ti farò a pezzi..."
Kosmos sorrise "E' un buon giorno per morire!" gli rispose.
Th'rag strinse la roccia ulteriormente e si preparò all'attacco.
"Ghobè!" urlò una voce.
Un anziano klingon si mise tra loro. Era K'uur, un anziano dahar master klingon e anche Th'rag, nonostante fosse più giovane e sicuramente più forte, lo rispettava e in qualche modo lo temeva. L'anziano si rivolse al klingon "Th'rag, con quale onore vuoi togliere la vita ad un umano più debole di te e addirittura disarmato?Sei diventato così vigliacco?La prossima volta ucciderai una donna o un ferengi??" gli chiese.
Th'rag socchiuse gli occhi pieni di ira poi annuì "Hai ragione...ma lo devo uccidere".
K'uur annuì "Sta bene, ma lo farai alla pari e secondo le regole!"
Entrarono altri due klingon più giovani con alcune armi, pugnali e spade. Le porsero ai due, ma K'uur fece cenno a Kosmos di scegliere per primo.
Il federale soppesò la situazione e poi scelse la bat'leth.
"AHAHAHHA!!!Umano ti stai scavando la fossa da solo, vorresti battere un klingon con un'arma che usiamo fin da bambini???".
Kosmos impugnò la bat'leth e la fece ruotare assumendo una posizione di combattimento Asumi vulcaniana.
Th'rag per un attimo si fermò, poi prese la sua arma e attaccò.
Lo scontro delle lame produceva scintille e anche se la forza di Th'rag era notevolmente superiore, lo scontro era bilanciato dall'agilità di Jorgos che però aveva un profondo taglio al torace.
Th'rag attaccò con violenza costringendo Kosmos a parare in modo non proprio corretto. Il greco cadde in ginocchio sempre tenendo la lama del klingon bloccata con la sua al di sopra della sua testa.
Con una gamba colpì il ginocchio del klingon costringendolo a cadere all'indietro e le parti si invertirono, ora era Th'rag ad essere in difesa con la lama del bat'leth di Kosmos a pochi centimetri dal suo viso. Urlò e con tutta la forza in corpo riuscì a scaraventare l'umano all'indietro.
Jorgos fece una capriola e si rialzò prontamente in guardia, giusto in tempo per parare il nuovo attacco di Th'rag. Ma il klingon era troppo sicuro di se e mise troppo impeto in quell'attacco. Kosmos sfruttò la carica di Th'rag per colpirlo allo stomaco e poi proiettarlo a terra facendo girare il bat'leth e piazzandogli la punta della lama a pochi centimetri della gola.
"UCCIDILO!!!UCCIDILO!!!" cominciò ad urlare il pubblico composto da detenuti e guardie klingon.
Kosmos strinse la lama, stava rischiando di perdere il controllo, ma nella sua mente sapeva di essere un ufficiale della Flotta Stellare.
"Uccidimi o non avrò più onore!" grugnì Th'rag.
"E allora vivrai senza onore, io non sono un assassino!"gli rispose Kosmos.
"Io ucciderò te allora umano, quando sarai da solo o non ti aspetterai di trovarmi davanti a te!" sputò il klingon.
K'urr avanzò tra loro "No Th'rag!Hai perso!L'umano ti ha battuto e non cercherai mai più di ucciderlo. La tua vita gli appartiene e se solo ti avvicinerai a lui, te la vedrai con me!Chiaro?".
Il klingon più giovane annuì e Kosmos gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Th'rag esitò un istante poi accettò l'aiuto e si alzò "Combatti bene umano..." disse cercando di sorridere.
"Il mio nome è Jorgos...non umano!" fu la risposta tagliente di Kosmos.
Th'rag annuì "Sei un vero guerriero...Jorgos!".
K'urr prese i bat'leth e la folla si separò con un po' di delusione per non aver assistito ad un incontro mortale. Il ferengi intanto stava raccogliendo il guadagno delle puntate.
"Jorgos posso parlarti?" chiese K'urr.
Il vecchio klingon fece cenno a Kosmos di seguirlo in un angolo di una delle gallerie che era la sua dimora. Nessuno entrava in quell'angolo senza il suo permesso, nemmeno le guardie.
Gli fece cenno di sedersi e gli porse una tazza con del liquido azzurro.
Jorgos sorseggiò e poi schiarì la voce "Ehm...è birra romulana...non è illegale?" chiese sorridendo.
K'urr annuì "Si, ma ad essere anziano a volte porta dei vantaggi..."
Il klingon lo guardò "Chi sei tu?" chiese senza mezzi termini.
Kosmos fece per parlare ma K'urr lo bloccò "Non mi dire cose tipo ' Sono un contrabbandiere'. Il tuo allenamento è notevole, sai usare il bat'leth come un vero klingon e ho riconosciuto almeno quattro mosse di arti marziali vulcaniane, oltre ad un paio dovute ad un allenamento della Flotta Stellare...".
Jorgos era stupito, ma come aveva immaginato il vecchio klingon non era affatto stupido. La sua copertura rischiava di saltare ed era quindi meglio averlo come amico.
"Ok...ok...." annuì "sono Jorgos T. Kosmos, tenente della Flotta Stellare...sono stato quasi un anno su un vascello klingon per uno scambio di ufficiali, ecco perchè so usare il bat'leth..."
K'urr abbozzò un sorriso "Non deve esser stato facile per te convivere con dei guerrieri klingon..."
L'ufficiale alzò le spalle "No, all'inizio no, ma dopo aver steso l'ufficiale tattico e aver dimostrato al Capitano che era un idiota, sono diventato amico di quasi tutto l'equipaggio..." rise Kosmos.
K'urr gli versò dell'altra birra romulana "E cosa ci fai qui Kosmos?"
"La mia è una missione segreta sotto copertura quindi ti prego di non far trapelare nulla..."
Il klingon annuì "Sul mio onore!".
E se K'urr fosse stato coinvolto nel traffico di armi?Di qualcuno doveva pur fidarsi e K'urr sembrava troppo corretto per essere coinvolto con dei trafficanti di armi.
"Qualcuno da qui sta vendendo armi..." Kosmos buttò sul piatto le sue carte.
"Lo so!" rispose K'urr lasciando Kosmos senza parole.
Il klingon iniziò a camminare per la grotta "Va avanti da molto ormai...ufficiali della Federazione corrotti e klingon corrotti...è tutto così...senza onore..." grugnì mostrando i denti appuntiti.
"Devo catturarli..." propose Kosmos chiedendo il suo aiuto "puoi aiutarmi?"
K'urr sospirò "E' rischioso, ma sono anni ormai che non rischio più nulla, ho persino troppe comodità in questo posto, ti aiuterò e anche Th'rag ti aiuterà...te lo deve!".
Progettarono un piano per catturare i trafficanti, K'urr aveva dato alcune casse di birra romulana alle guardie che erano ubriache e quindi non avrebbero interferito nella loro azione.
Erano nascosti dietro ad alcuni grossi massi, K'urr aveva fornito a Kosmos e Th'rag un paio di phaser bajoriani che Jorgos non voleva nemmeno sapere dove aveva preso.
Si nascosero per un paio d'ore, poi cominciò il movimento. Un paio di klingon appartenenti alle guardie che portavano i prigionieri a Rura Penthe arrivarono con delle casse su alcuni trasportatori e si fermarono aspettando qualcuno.
"Arrivano i Federali..." disse a voce bassa K'urr.
Alcuni minuti dopo arrivarono due ufficiali della sicurezza federali armati di fucile phaser e dietro di loro un ufficiale più alto in grado.
"Ci sono tutti?" chiese l'ammiraglio indicando le casse.
Uno dei klingon annuì "Si, tutto quello che è stato richiesto...adesso dammi il latinuum!".
Th'rag partì alla carica attaccando i klingon a testa bassa. Nessuno ebbe il tempo di reagire e di usare i phaser. Th'rag atterrò i due klingon mentre anche K'urr e Kosmos iniziarono il loro attacco.
K'urr stese i due ufficiali della sicurezza mentre l'ammiraglio tentò la fuga.
Kosmos sparò un colpo di phaser regolato per stordire, ma lo mancò.
Iniziò una corsa per le gallerie, ma l'ammiraglio era leggermente in sovrappeso e non era in grado di tener testa a Jorgos che seppure stanco era sicuramente più allenato.
Kosmos saltò e afferrò l'ammiraglio per le gambe facendolo cadere. Lo colpì con un pugno alla mascella e l'ammiraglio perse i sensi.
In quell'istante arrivarono alcune guardie della prigione.
"Sono il Tenente Jorgos T. Kosmos della Flotta Stellare, sono stato introdotto in questo carcere per sventare un traffico di armi, contattate immediatamente il Comando della Flotta e i vostri superiori, vi spiegheranno tutto!" disse mentre i prigionieri venivano messi vicini per essere tenuti sotto controllo.
Un'ora dopo, Kosmos era pronto a lasciare la prigione, aveva salutato K'urr e Th'rag promettendo loro di far qualcosa per aiutarli. In realtà non fu così facile. Segnalò l'aiuto ricevuto dai due all'ammiraglio Raselich e lui riuscì ad intercedere per loro presso l'impero klingon. Th'rag decise di rimanere su Rura Penthe come membro delle guardie, K'urr invece non volle nessun trattamento di favore, quella era ormai la sua casa e voleva stare lì.
"Mi congratulo con lei Tenente Kosmos!" gli strinse la mano Raselich "L'ammiraglio Stewart Erejam era insospettabile..."
Kosmos annuì "Si, aveva un bel traffico organizzato...ma si è esposto troppo, avrebbe dovuto mandare qualche scagnozzo e non in uniforme..."
Raselich sorrise "Sicuramente, ma probabilmente era troppo egocentrico per non indossare i suoi gradi...beh...nel carcere in Nuova Zelanda non ne avrà bisogno. In quanto a lei Jorgos, l'ho menzionata per una decorazione al valore e le ho anche trovato un incarico come secondo ufficiale sulla USS Shakespeare".
"La ringrazio Signore!" scattò sull'attenti Kosmos.
Capitolo VII
E così fu. Si imbarcò sulla USS Shakespeare come secondo ufficiale. Finalmente era di nuovo su una nave stellare. La Shakespeare era una nave di Classe Galaxy, grande, immensamente grande e Kosmos aveva più responsabilità. Non si trovava male a bordo, aveva un bell'alloggio e poteva passare il tempo libero nella attrezzatissima palestra o sul ponte ologrammi. Quello che non sopportava era il Capitano della nave.
Il Capitano Samuels era un vecchio arrogante e privo di "attributi" secondo Jorgos. Non aveva la stoffa per fare il capitano e delegava sempre tutti i compiti ad altri ufficiali. Con lui poi c'era un pessimo rapporto.
L'ammiraglio Raselich l'aveva fatto imbarcare su quella nave probabilmente senza sapere che Samuels e l'ammiraglio Erajam erano amici. Samuels non perdonava a Kosmos di aver fatto arrestare un suo amico anche se era un trafficante di armi. Beninteso che non aveva mai detto apertamente i motivi per i quali non sopportava Kosmos, ma non ci voleva molto a capirlo.
Furono i tre anni più lunghi della sua carriera, gli toccarono i compiti più stupidi e noiosi su una nave che per fortuna non si trovò mai in difficoltà. Almeno fino a quel giorno...
"Signore riceviamo una chiamata di soccorso da un mercantile andoriano..." comunicò Sura, la giovane guardiamarina addetta alle comunicazioni.
"Tenente Ivanov, tracci una rotta di intercettazione, andiamo a dare aiuto a quei mercanti..." ordinò Samuels.
Kosmos digitò alcuni comandi sulla consolle "Capitano, le consiglio cautela, quella zona è solitamente molto frequentata da pirati di Orione e non è su nessuna rotta commerciale andoriana..." comunicò al vecchio capitano.
Samuels si voltò verso di lui "Non ho chiesto la sua opinione Kosmos e il suo ruolo non è quello del consigliere..." lo zittì.
La nave sfrecciò verso la zona della chiamata.
"Fra quanto saremo vicini alla nave Ivanov?" chiese il Capitano che sembrava un vecchio avvoltoio appollaiato sulla poltrona di comando.
"Circa 6 minuti signore..."rispose il giovane navigatore di origine russa.
Kosmos sentiva la rabbia salire "Signore, rilevo alcune navi vicine alla zona della chiamata, non sono identificabili e hanno armi troppo potenti per essere mercantili...stiamo cadendo in una trappola!".
"BASTA!" urlò Samuels alzandosi dalla poltrona "Le ho detto che non ho bisogno dei suoi consigli Kosmos!".
Entrarono nella zona dove doveva esserci il cargo andoriano
"Apra un canale verso il cargo andoriano" ordinò a Sura "Sono il Capitano Samuels della USS Shakespeare...siamo qui in risposta alla vostra chiamata di soccorso..."
Si voltò verso la donna che scosse la testa "Nessuna risposta..."
"Capitano rilevo tre navi in avvicinamento..." comunicò l'ufficiale tattico Sagher, un giovane di colore con le spalle grosse quanto quelle di un klingon. Kosmos si era allenato con lui molte volte ed era un ufficiale che sapeva fare il suo lavoro.
"Comunicate che siamo in missione di soccorso..." grugnì il vecchio.
Sura annuì e tentò di comunicare.
"Signore, alzano gli scudi!" disse ad alta voce Sagher
"E' una trappola, ritiriamoci capitano!" consigliò Kosmos dalla sua postazione.
"Signor Kosmos, lei non è Capitano e fino a che ho il comando di questa nave non farò marcia indietro se non per una mia decisione...Sagher alzi gli scudi, Sura continui a cercare di comunicare la nostra missione..."
Era cocciuto e incredibilmente incapace.
Kosmos si avvicinò "Capitano, sono tre navi ben armate, non possiamo reggere uno scontro di questo tipo, era una trappola e ci siamo caduti dentro, andiamocene al massimo della velocità"
In quell'istante la nave tremò, Sagher guardò la consolle "Ci sparano, scudi al 78%"
Samuels si alzò in piedi e afferrò un braccio a Kosmos "Se ne vada dalla plancia, non accetterò altre insubordinazioni da parte sua Kosmos!". Jorgos ne aveva le scatole piene, torse il braccio di Samuels liberandosi dalla morsa "Vecchio idiota non mi farò uccidere solo perchè non sei in grado di comandare una nave...". Samuels era rosso in viso e Kosmos pensò di avergli provocato un infarto.
Un altro scossone. Il primo ufficiale, Giorgia Ambrus si fece avanti "Capitano, consiglio anch'io di andarcene...sono in troppi e non conosciamo bene questa zona..."
Intervenne appena in tempo sostenendo Kosmos che probabilmente avrebbe colpito Samuels prendendo il comando della nave.
L'ammonizione sul suo curriculum era una macchia nera che a Jorgos dava molto fastidio, ma la sua promozione a Comandante alcuni giorni dopo (che era stata contestata dal vecchio Samuels ma confermata grazie all'intervento di Ambrus e degli ufficiali della Shakespeare che non sopportavano più il vecchio capitano) rasserenò l'animo del greco.
Non poteva più rimanere su quella nave, Samuels gliel'avrebbe fatta pagare in qualche modo e Kosmos aveva steso un rapporto dove diceva che il vecchio Capitano aveva esposto la nave a pericoli inutili. Samuels sarebbe stato sottoposto ad esami medici e psicologici e probabilmente sarebbe stato mandato in pensione, ma lo zoccolo duro degli ufficiali a bordo della nave, quei pochi fedeli a Samuels lo avrebbero detestato fino alla morte.
Chiese così il trasferimento su una nave attiva contro il Dominio e venne trasferito sulla USS LaPolle.
L'atmosfera era completamente differente. Era una nave prevalentemente militare e la lotta contro il dominio era dura. I mutaforma erano infiltrati ormai ovunque, i Jem'hadar erano duri da sconfiggere e i Vorta erano spietati e infidi peggio dei romulani.
Su quella nave era difficile fare amicizia con qualcuno, erano tutti dei militaristi convinti pronti solo a sparare contro qualcosa o qualcuno. Kosmos amava una bella scazzottata, ma non era il tipo che tirava fuori il phaser in ogni situazione o che non vedeva l'ora di trovarsi di fronte ad una nave nemica.
Una volta parlando con Fredrikson, uno dei pochi amici che aveva sulla nave, gli disse che sembrava di essere degli animali feriti che fiutano l'odore del sangue e perdono il controllo. Fredrikson annuì "Hai ragione amico mio, questa guerra sta facendo perdere il senno a tutti...".
Ma le battaglie non erano così frequenti e Kosmos aveva parecchio tempo libero.
La LaPolle non era come la Shakespeare, non aveva ponti ologrammi o palestre superattrezzate e così passava il tempo libero...lavorando. Secondo lui il caso dell'ammiraglio Erajam era stato chiuso troppo in fretta...c'era sicuramente qualcun'altro dietro tutto quanto e voleva scoprire chi.
Intanto scoprì che Samuels non era andato in pensione ma era stato promosso Ammiraglio e comandava su una base spaziale. "Dannazione!" imprecò Kosmos colpendo la consolle con la mano "Così quell'uomo è libero di fare ancora più danni!". Ma c'era qualcun'altro dietro tutto e Kosmos cominciava ad avere dei dubbi su chi.
"Comandante Kosmos!" lo chiamò la voce del Capitano Skennar.
Kosmos alzò lo sguardo e osservò il suo superiore. Era un uomo alto con pochi capelli, un fisico ben piazzato e un'imponenza che incuteva timore nei sottoposti...in quasi tutti.
"Signore..." lo salutò Kosmos.
"Comandante...lei deve smettere di fare indagini che non la riguardano..." disse Skennar guardandosi attorno per essere sicuro che fossero da soli.
"Signore, con tutto il dovuto rispetto, ma quello che faccio nel mio tempo libero...è affar mio..." rispose seccato Jorgos.
"No Comandante!E' anche affar mio se lei indaga su casi disciplinari chiusi..." si avvicinò Skennar guardandolo negli occhi.
Jorgos non si lasciava intimorire facilmente "Capitano...il caso dell'ammiraglio Erajam l'ho risolto io...ma qualcuno ha coperto altre persone e voglio scoprire chi e perchè!".
"Lei invece sospenderà le indagini Comandante...è un ordine!" . Il tono della voce di Skennar non lasciava spazio a repliche.
Kosmos avrebbe dovuto sospendere le indagini. Ma aveva la testa troppo dura e non gliene importava nulla degli ordini del Capitano Skennar che sicuramente erano arrivati da più in alto. Qualcuno si sentiva infastidito e ad un tratto Kosmos capì di chi si trattava.
Aveva i nomi che gli servivano, aveva risolto il caso, questa volta definitivamente.
Chiese una licenza e si recò al Comando della Flotta Stellare.
L'ammiraglio Sakura lo fece attendere per quasi due ore, Jorgos stava perdendo la pazienza quando arrivò un giovane guardiamarina orientale "L'ammiraglio Sakura ora la può ricevere Comandante Kosmos".
La donna orientale era conosciuta per la sua durezza e severità, ma anche per la sua correttezza.
"Comandante Kosmos...sono lieta di vederla!" disse stringendogli la mano.
Nonostante l'età, la stretta di mano di Sakura era forte.
Senza nemmeno chiedergli se gradiva da bere, gli porse una tazza di the caldo che Jorgos comunque apprezzò.
"E' una miscela indiana, non è fatto con il replicatore..." gli confessò la donna "secondo me è decisamente meglio di tutto quello che quella macchina può fare..."
Jorgos sorseggiò nuovamente "Si...decisamente buono..." rispose.
La donna si alzò in piedi e guardò il padd che aveva sulla scrivania
"Comandante Kosmos...lei ha violato gli ordini del Capitano Skennar indagando su questo caso..."
Kosmos capì di essere nei guai.
"...tuttavia ha risolto la situazione in maniera impeccabile..." continuò l'ammiraglio "...abbiamo arrestato tutte le persone coinvolte, l'ammiraglio Samuels e anche l'ammiraglio Raselich".
Il greco annuì finendo il suo the. "Come ha fatto a capire che anche Raselich era coinvolto?" chiese ad un tratto.
Kosmos sospirò "Diciamo intuito...l'ammiraglio Raselich era il responsabile di tutti i miei spostamenti e la cattura su Rura Penthe è stata troppo....teatrale...hanno sacrificato un pesce piccolo per non destare ulteriori sospetti.."
Sakura annuì "Diciamo che Erajam era il capro espiatorio di Raselich e Samuels...ma le menti dell'organizzazione erano loro..."
Kosmos posò la tazza "Si, la promozione di Samuels mi ha insospettito, come Capitano ha dimostrato più volte la sua incapacità...non aveva senso promuoverlo ammiraglio, inoltre la detenzione di Erajam era stata sospesa...e solo una persona poteva farlo...."
"Raselich" concluse lei.
Il greco annuì.
Sakura si mise nuovamente a sedere "Comandante Kosmos...io la devo ringraziare...ma allo stesso tempo lei ha smosso acque che hanno provocato tumulti molto in alto. Non posso rimandarla sulla LaPolle. Lei ha pestato i piedi a molta gente..."
Kosmos percepì di nuovo quell'aria di guai.
"Se la mettessi su una nave ora...probabilmente qualcuno troverebbe il modo di farla fuori...e non posso proteggerla...".
Kosmos si alzò "Ammiraglio...posso parlare liberamente??" chiese.
Sakura annuì e gli fece cenno di sedersi nuovamente.
"Lei mi sta dicendo praticamente grazie ma nello stesso tempo vengo punito per aver ficcato il naso in faccende che non mi riguardavano..." sparò Kosmos senza mezze misure.
Sakura congiunse le mani "Comandante, non posso spiegarle la politica e quello che sta dietro al Comando di Flotta in pochi minuti...comunque in un certo senso il suo concetto è giusto...espresso in modo un po' grezzo, ma giusto. Lei verrà trasferito con effetto immediato sulla Base Scientifica M'Benga...è tutto".
Una base scientifica, Kosmos avrebbe preferito finire nuovamente su Rura Penthe.
Capitolo VIII
La base M'benga era una specie di avamposto dove scienziati federali studiavano nuove cure, vaccini e quanto di più noioso poteva esistere per uno che invece desiderava cavalcare tra le stelle.
Aveva un suo ufficio piccolo e con la temperatura perennemente bassa. Aveva tentato di riparare più volte il sistema ambientale ma senza successo.
Gli scienziati lo snobbavano la maggior parte delle volte, a parte un giovane tellarita con il quale faceva colazione ogni mattina.
"Hoser, io qui impazzisco!" disse Kosmos mangiando quella che secondo il replicatore era torta di mele.
Il tellarita grugnì "Lo so Jorgos, me lo dici ogni mattina da ormai sei mesi...qui in effetti non puoi far nulla e diventerai un vecchio ciccione calvo e indolente..."
"Calvo??Grasso??" strabuzzò gli occhi Kosmos passandosi una mano sul ventre e una sui capelli
Hoser rise "Si Si!Grunf!"
"Io sono greco, i greci non perdono i capelli..." rispose Kosmos dando un morso alla torta "e non sto ingrassando"
"Comandante Kosmos?" disse una voce alle sue spalle.
Jorgos si voltò e vide due ufficiali della Federazione. Uno era dello staff medico-scientifico, un viso simpatico, l'altro era un vulcaniano anche lui dello staff scientifico.
Kosmos si soffermò sul vulcaniano, aveva un viso che aveva già visto in precedenza ma non ricordava dove.
"Sono Lyonel McChloe, sono qui sulla base per alcuni studi, l'affabile vulcaniano al mio fianco si chiama Sivaak e viene da Deep Space Nine..." tese la mano presentandosi l'umano.
Kosmos strinse la mano all'ufficiale e poi tornò su Sivaak.
"Sivaak...Sivaak....mi è familiare...perchè?" chiese al vulcaniano.
Lo scienziato alzò un sopraciglio "Noi ci siamo conosciuti alcuni anni fa ad un ricevimento...mio padre è il Dottor T'Naang e la cerimonia era in onore del matrimonio di T'Ren con Serak..."
T'Ren, ad un tratto Kosmos ricordò tutto, il ragazzino vulcaniano antipatico al ricevimento di T'Ren...l'ultima volta che aveva visto la sua amata vulcaniana.
"Si ricordo...lei era un ragazzino..." disse sorridendo
"Comandante, il processo di crescita è presente anche nei vulcaniani, quindi non dovrebbe stupirla la mia attuale fase matura..." rispose ma il Dottore intervenne "Su Sivaak...sia un attimino più simpatico!!!Non voglio immaginare che tipo di bambino odioso e freddo possa esser stato lei..."
Sivaak si mise con le mani incrociate dietro alla schiena "Dottor McChloe io sono stato un normale bambino vulcaniano..."
Quello fu solo l'inizio delle schermaglie verbali delle due persone che divennero amiche di Kosmos su quella base. McChloe era un medico all'antica e faceva largo uso di piante al punto che Kosmos lo soprannominò "Balms" (che vuol dire piante balsamiche appunto) una sera quando entrambi erano sbronzi di Brandy Sauriano. Sivaak era freddo come tutti i vulcaniani ma a volte veniva coinvolto da McChloe e Kosmos e non poteva tirarsi indietro.
I tre si compensavano e forse per questo andavano molto d'accordo.
A tempi alterni (a seconda delle assegnazioni della USS Hood di McChloe e di quello di cui doveva occuparsi Sivaak) si frequentarono per un anno. Sivaak lo allenò nell'Asumi, mentre McChloe alle gioie del Brandy.
Poi si persero un po' di vista continuando comunque a sentirsi frequentemente. Sivaak contattò Kosmos quando l'ambasciatore Kopak morì dopo una lunga malattia. Kosmos chiese una licenza e fu l'amico a condurlo ai funerali per l'estremo saluto all'ambasciatore con il quale Jorgos aveva passato alcuni dei mesi più belli della sua vita.
McChloe aveva a sua volta richiesto una licenza e li aveva raggiunti subito dopo.
"Possibile che su questo pianeta non si beva alcool?" chiese "capisco che quel dannato stomaco vulcaniano non assimili l'alcool...ma almeno per gli ospiti..."
Sivaak sospirò rumorosamente "Dottore, le pare il momento di...." ma Kosmos lo fermò con una mano
"Non importa Sivaak...il Dottore ha metodi diversi dai tuoi per tirarmi su di morale...Balms grazie ma non ho voglia di bere...devo tornare sulla base..."
Il vulcaniano porse una bottiglia a McChloe che la guardò, poi la stappò e annusò il contenuto
"Ma è birra romulana..:Sivaak...si vergogni..." scherzò McChloe.
"Sapevo che avrebbe chiesto dell'alcool dottore e quindi mi è sembrato logico procurarne un po' per la sua permanenza su Vulcano..." si giustificò il vulcaniano.
"Tralasciando il fatto che è illegale..."aggiunse Kosmos prima di scoppiare a ridere insieme a McChloe.
In modi diversi ma i due amici gli erano stati vicini in quel giorno triste e questo aveva saldato ancora di più il loro rapporto.
Kosmos ritornò al suo lavoro sulla base M'benga e alle sue partite a poker con l'amico tellarita, Sivaak si imbarcò sulla USS Saratoga e McChloe continuò ad esercitare sulla USS Hood.
Capitolo IX
=^= Comunicazione urgente per il comandante Kosmos =^= disse la voce del computer svegliando Jorgos da un sonno profondo
Accese la luce e si avvicinò ad un terminale immettendo il suo codice personale.
Sul monitor apparve il volto di McChloe "Balms!Che diavolo è successo?" chiese Kosmos notando la tensione sul volto del dottore.
"Si tratta di Sivaak, ha avuto un incidente con un cubo borg..." disse il dottore.
Kosmos recuperò lucidità immediatamente "Come sta?E'...." non riuscì a portare a termine la frase
Il dottore scosse la testa "No...no...sta discretamente bene...ha rischiato di perdere la vista, ma ora sta bene, l'ho visitato io stesso nonostante non fosse d'accordo. Ora è su Vulcano in convalescenza ma ritenevo giusto fartelo sapere..."
Jorgos annuì "Hai fatto bene Balms...probabilmente avrei letto dell'incidente nei rapporti e avrei rubato una navetta per raggiungere Vulcano!" sorrise il greco.
McChloe storse il naso in una smorfia "Con le navette che sono in dotazione alla M'benga non saresti arrivato nemmeno a qualche anno luce da Vulcano..."
Kosmos contattò Sivaak e i due parlarono a lungo. Nonostante il vulcaniano non esprimesse emozioni, Kosmos era sicuro che fosse felice di sentirlo. Ormai conosceva bene i vulcaniani e a volte esprimevano più loro con la loro fredda maschera che tanti umani con le emozioni.
Passò molto tempo, Kosmos pensava di ammuffire sulla base M'benga, ma arrivò la comunicazione che non si sarebbe mai aspettato di ricevere. La donna asiatica era sul suo schermo, non aveva occasione di parlarle direttamente da alcuni anni.
"Sono lieta di rivederla Jorgos..." disse l'ammiraglio Sakura.
"Sono lieto anch'io Ammiraglio" sorrise Jorgos
La donna non era invecchiata e aveva ancora quella strana aura di severità che la circondava
"Comandante Kosmos...credo che lei sia ormai pronto a diventare Capitano..che ne dice di assumere il comando di una nave spaziale???" gli chiese a freddo.
Kosmos trattenne il respiro per qualche istante "Sta scherzando ammiraglio???" chiese
Sakura abbozzò un sorriso "Le pare che io sia una persona che scherza?Specialmente su una cosa di questo tipo...la USS Princess ha bisogno di un nuovo Capitano dopo che recentemente ha perso il Capitano Kharas Tanys..."
Jorgos aveva sentito di quanto era accaduto a Kharas. Sulla base M'Benga c'era poco da fare e quindi ascoltava e leggeva ogni rapporto della Flotta Stellare possibile.
"Sono ben lieto di assumere il comando della Princess, Ammiraglio...grazie..."
Sakura annuì "Se lo merita Kosmos, è stato per troppo tempo in purgatorio":
E così iniziò la nuova vita di Jorgos T. Kosmos, Capitano di una nave stellare, finalmente libero di correre tra le stelle e di scoprire nuovi mondi ed arrivare là...dove nessun uomo è mai giunto prima.
FINE
Torna all'inizio