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Sicolek: Sconfitta a ripetizione | |||||||||
Anche Sicolek aveva approfittato del giorno di franchigia dato dal capitano prima di iniziare una nuova missione. Era sceso su DS13 semplicemente per non rimanere sulla nave, così si era guardato intorno analizzando i diversi comportamenti delle persone che lo circondavano. Erano tutti più sereni e tranquilli, la sua metà romulana li poteva capire, ma la metà vulcaniana, che ogni tanto si faceva sentire, giudicava la cosa irrazionale. Il resto della giornata passò molto velocemente, fino alle prime ore del mattino successivo, quando si svegliò con la paura negli occhi. Ciò era non solo insolito, ma del tutto impossibile. Decise perciò di farsi sostituire in sala macchine e di recarsi subito dal Consigliere Stonewall. "È tutto troppo strano, signore!" "Già " - sospirò il klingon - " Il terrore nei suoi occhi non dovrebbe esserci. Ora mi illustri nei minimi dettagli la sua giornata trascorsa in libertà!" Cole descrisse minuziosamente il giorno precedente fino a concludere con "L'unica cosa che ho pensato di quelle creature è stata - Era il 140047 ACV, l'anno che il calendario terrestre indica come 2049: ero nel fronte dei vulcaniani, asserragliati nella fortezza di Pelasht: li insieme a me vi era il mio più caro amico Sipter, che come me era mezzo vulcaniano e mezzo romulano. "Ma come faccio ad essere qui?" mi chiesi. In quel momento i romulani partirono all'attacco: le due fazioni si scontrarono. Io e Sipter eravamo lì uno di fianco all'altro di vedetta nella torre nord quando i romulani sfondarono parti della nostra difesa. Presi un phaser d'attacco mentre Sipter riparava il phaser pesante. Quando la squadra romulana entrò nella torre iniziò a sparare. Il mio fuoco era inutile e Sipter non fece in tempo a prendere le armi prima di cadere sotto i colpi nemici. Anch'io fui colpito e svenni. Quando ripresi conoscenza, la storia era ricominciata: io provai ad aiutare Sipter ad aggiustare il phaser, ma i Romulani entrarono, uccisero Sipter e colpirono anche me. Svenni di nuovo. Ogni volta che mi sembrava di riprendermi, si ripeteva quella storia ed io non potevo fare nulla per salvare il mio amico. Provavo sempre metodi diversi ma non cambiava nulla." Terminato il racconto il consigliere era a dir poco sgomento, e mi ordinò di ritirarmi nei miei alloggi prima di mettersi a cercare una spiegazione logica. La sera mi recai al bar di prora tra matti che come me avevano sognato cose strane. |
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