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Zivet: Con gli occhi chiusi | |||||||||
...Zivet passeggiava sul ponte dell'hangar navette 2, nervosamente. Sembrava combattuto tra il salire su un runabout oppure rimanere lì. "Computer... status" "Tutto regolare" "Al diavolo!" disse Leon battendo un pugno sulla navetta ed entrandoci. "Computer attiva registrazione. Solo audio" "Attivazione Confermata" [Da questo momento inizia la registrazione vera e propria] ...Ero seduto sulla poltrona di comando in plancia, come al solito in uno dei noiosissimi turni in cui sostituisco il capitano Weaver o il comandante Kosmos. Tutto tranquillo, la plancia della Princess sembrava una macchina ben oliata: ogni persona sapeva esattamente cosa doveva fare. "Andiamo anche meglio del solito" pensai, senza accorgermene stavo sorridendo compiaciuto. Una guardiamarina mi porse un DiPad con alcuni dati provenienti dalla postazione scientifica. Lo dovetti guardare un paio di volte per accertarmene: sul display vi era un'accozzaglia di cifre e lettere senza senso... alzai lo sguardo per chiedere spiegazioni alla guardiamarina e non c'era più. Non solo: tutta la plancia era deserta. Fu la sensazione di un attimo, il tempo di chiudere e riaprire gli occhi e tutto era tornato normale. Solo che non c'era più traccia della guardiamarina e del suo DiPad. "Che me li sia sognati?" mi chiesi senza, naturalmente, avere risposta. Null'altro di strano avvenne per quel turno, né nei due giorni successivi. Poi, di nuovo. Mi trovavo al bar di prora, stavo parlando con PK di alcune modifiche possibili allo zainetto oloemettitore, in modo da garantirle una maggiore autonomia. La guardiamarina del Dipad si trovava in un tavolino a pochi passi dal nostro, notai che mi stava guardando. Dopo essermi congedato gentilmente da PK, feci qualche passo verso di lei. Un cameriere mi inciampo' letteralmente addosso, per un attimo sentii l'urto e istintivamente chiusi gli occhi. Appena li riaprii mi trovai nuovamente solo. Questa volta feci in tempo a muovermi un po' prima che intorno a me il bar tornasse ripopolato. Per un attimo tutte le persone che conoscevo avevano smesso di esistere, tutti gli amici, i compagni di lavoro, di tutte le specie e tutte le razze, dove erano stati in quei pochi secondi di "realtà alternativa"? Non me l'ero sognato questa volta. Ed anche in quell'occasione la guardiamarina era sparita. Ma di lei mi aveva colpito in particolare quel suo sguardo: semplice e complesso, innocuo ed indagatore allo stesso tempo. Era abbastanza per decidere che dovevo saperne di più. Mi diressi alla postazione dati più vicina per cercare informazioni sulla fantomatica guardiamarina. Nelle due occasioni in cui l'avevo incontrata indossava una divisi della sezione medico-scientifica... Nulla. Nelle altre sezioni... Nulla. Tra i civili... Nulla. Forse si trattava di un Q o di un qualche essere anomalo presente in quella parte di galassia. Sarebbe stato meglio parlarne col capitano. Mi diressi verso il turboascensore, in quel momento non ci feci molto caso, ma non c'era praticamente nessuno lungo i corridoi della nave. Me ne accorsi invece quando non trovai nessuno in plancia. Nemmeno nell'ufficio del capitano Weaver o sugli altri ponti. Che fine hanno fatto tutti? In che modo la guardiamarina il cui ricordo mi crea una qualche sensazione di disagio c'entra in tutto questo? Ora mi trovo sul runabout meglio armato della Princess, ho inserito delle chiavi d'accesso crittografate per interdire le funzioni principali della nave. Lanciato una boa che segali il possibile pericolo. Spero di trovare soccorso al più presto e di tornare qui con una squadra per indagare su quanto è successo. Zivet, data astrale 59319.4, fine registrazione. [Fine registrazione] Leon si voltò per prendere posto ai comandi della navetta e per un attimo gli venne a mancare il fiato. Non era solo. Seduta vicino a lui si trovava la guardiamarina "fantasma". Lo guardava con lo stesso sguardo che Zivet aveva notato in precedenza. "Chi sei?" gli chiese portando la mano destra sul phaser al suo fianco. La donna gli sorrise, aveva un volto davvero grazioso e sembrava muoversi con leggerezza... gli ricordava qualcosa... o qualcuno... Con un movimento rapidissimo che non lasciò tempo al canadese di reagire appoggiò la sua mano sulla fronte del Capo Ops. Buio.... "Ed a quel punto mi sono svegliato... solo adesso ho capito dove avevo già visto quella guardiamarina: aveva lo stesso sguardo di uno di quegli esseri così belli e così pericolosi che abbiamo incontrato in questi giorni sulla passeggiata della base stellare." I volti rassicuranti dei suoi compagni tutto intorno a lui rassicurarono ancora il canadese, qualcuno propose un brindisi "alle 'farfalle' che ci ricordano quanto limitati siamo noi comuni esseri mortali. Mentre i calici tintinnavano, Leon chiuse per un istante gli occhi, e riaprendoli tirò un grosso respiro di sollievo vedendo che erano ancora tutti intorno a lui. [Ma il mondo intorno a noi esiste anche quando chiudiamo gli occhi?] |
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